28 ott 2010

Gli anni sulle dita

Cosa succede quando si ha la sensazione di non riuscire più a mantenere il ritmo?
Un calciatore, tranne qualche rara eccezione, alla soglia dei 35 anni è già al volgere della propria carriera,
ha già dato tutto ed ha già preso tutto: resta in campo sopperendo alla mancanza di forza ed energia con l'esperienza, conscio di poter tirare avanti ancora per poco, involandosi inevitabimente verso la conclusione della propria carriera.
Un pilota, tirandosi fuori dalle categorie più esasperate, dura un po' di più, mettendo a segno di tanto in tanto qualche zampata (anche lì frutto dell'enorme esperienza accumulata ai massimi livelli o meno) che gli dia un motivo per continuare a rischiare la propria vita (i soldi a quel punto non sono più nè un problema nè un fattore influente) in nome dello sport che più di tutti ama. Eppure prima o poi, durante una gara o una prova, si renderà conto che il piede tende ad alzarsi (un po' più dello stretto necessario) dall'acceleratore, che alla staccata ci arriva sempre un pelo più morbido: che forse è giunto il momento di fermarsi.
E ad un videogiocatore? Cosa mai può accadere?
Non rischia la vita (se non in maniera assolutamente simulata), non è soggetto a logorìo fisico (anzi tutt'al più si ritrova appanzato), non ha solo l'esperienza a supportarlo quando è più in là negli anni. Eppure, che lo si voglia credere o meno, anch'egli può ritrovarsi nella condizione di non reggere più il ritmo, anzi, i ritmi, imposti dalla propria passione, che lo accompagna magari dalla più tenera età (questione di generazione).
Ma può davvero capitare che il peso degli anni finisca prima o poi per costringerlo al definitivo ritiro?
Magari no, non per forza, non se l'alzheimer è voltato da un'altra parte mentre lui transita sullo stesso marciapiede. Non se la strada continua ad avere un cuore*.
Eppure qualcosina va rivisto, limato, regolato a misura. Persino a livello inconscio un determinato genere può cominciare a piacere più dei "soliti".
Parlo di me, del fatto che non riesco più a reggere le sessioni online a Modern Warfare 2, del fatto che per portare a casa una vittoria a Fifa devo sudare più delle canoniche sette camicie... del fatto che la competizione, a determinati livelli, comincia ad arrecarmi sempre più stress e sempre meno divertimento.
Ed ecco che di colpo saltano fuori dall'armadio i vecchi rts o rpg per PC. Ecco che, sempre con più preoccupante frequenza, tendo ad abbassare il livello di difficoltà degli action e preferisco avviare il Wii piuttosto che la 360. Sono stanco.
Stanco di mantenere il ritmo (per me oggi) frenetico del gamer di fascia media, di competere e soccombere al ragazzino tredicenne che sta, possibilmente, dall'altra parte del mondo, con in mano il mio stesso strumento, ma dotato di una freschezza (soprattutto mentale) e dei riflessi che non fanno più, già da tempo, parte del mio corredo personale.
E' giunto quindi il momento della resa? Per un certo verso si! Parziale.
Continuerò ovviamente a coltivare la mia passione, tentando magari di trasmetterla (qualora ne dovessero aver voglia) nel modo più opportuno ai miei figli, sfruttando la mia esperienza affinchè possano fruire di questo medium, in continua evoluzione e maturazione, nella maniera più corretta ed appropriata (specie in termini di contenuti) alla loro età mentale.
Smetto però di competere: probabilmente, alla sua scadenza, non rinnoverò più l'abbonamento al Live di Microsoft. E' quasi deciso.
Ho semplicemente voglia di divertirmi, non di perdere il sonno per un determinato achievement del menga sbloccabile solo giocando a livello ipermegamostruosamentefolle, specie quando già a livello normale cominciano, in certi frangenti, ad essere cazzi amarissimi. Gli ultimi 1000 punti della mia "carriera" sono stati quelli al primo MW: chi ha conosciuto il livello veterano della serie CoD sa cosa vuol dire averli portati a casa. E poi, dai, non puoi metterti ogni sera con il calendario accanto, nell'incertezza di aver saltato qualche santino.
Relax!
Mi basta la quotidianità della real-life ad imbruttirmi: non permetterò più al Ninja Gaiden di turno di rovinarmi anche il poco tempo libero!



*serve un determinato tipo di lettura per comprendere questa allusione.

7 commenti:

Emix ha detto...

Considerazioni davvero seriose mio buon amico!
Penso che si debba vivere l'approccio personale con i video games nel proprio personale modo.
Per dire, io ora come ora non possiedo nessuna console e mi sollazzo con l'emulazione, non avrei il tempo o la voglia di perdermi per ore dentro un titolo, come molti dei giochi moderni quasi t'impongono di fare.
Una partita veloce a Street Fighter Alpha 3, un massacro rapido a Metal Slug, qualche minuto di tetris e poi a nanna, magari perdendo ancora un po' di tempo alla ricerca di opere indie o in flash sul web.
Il videogioco mainstream è così lontano dai miei ritmi da essere ormai quasi alieno.
Non che sia un bene o un male, semplicemente è così, amen :)

Black75 ha detto...

Dici proprio bene: "approccio personale". Che proprio alla stregua di tutte le cose del mondo è mutevole nel tempo.
Il mio è mutato proprio oggi.
O meglio, ho preso coscienza oggi del mutamento.
Si, considerato tutto, ritengo di essere ad una specie di punto si svolta.
Ho appena cancellato la carta di credito dall'account Xbox Live. Niente rinnovo a gennaio! ;)

Sara ha detto...

pur non essendo ferrata in materia, mi sembra che poni una questione interessante: del resto se questo fosse il tuo lavoro, forse l'età avrebbe un peso diverso, ma con il passare del tempo si accumulando le cose della vita ordinaria, ci viene anzi la sindrome d'Atlantide.
Oppure semplicemente ci capita di cammbiare.

diz ha detto...

ma un libro ???

Black75 ha detto...

@ Saretta: Interessante tesi quella della sindrome di Atlantide, mi documenterò meglio ;)
Poi mi devi scusare, stanno smantellandomi l'ufficio e non ho più trovato il tempo di chiamarti, sorry!

@ Diz: ma lo sai che non è mica una cattiva idea? "Videogiochi: prontuario per genitori"

massimiliano giannetto ha detto...

Accidenti....Questa è cronaca nera dei videogames vincenzo!!!!
A parte gli scherzi la problematica che tu giustamente servi a tavola è reale e concreta ma....

Ma...

Mi venogno alcuni dubbi, come ad esempio con quali persone hai gestito il tuo gioco competitivo online.

I "bimbominkia spastici so tutto io non ti faccio muovere" sono ovunque e pullulano su live cosi come in ogni altro ambiente di gioco online.

In 2 anni di street fighter 4 su live ho visto di tutto e di più , compresa la morte del compianto sf4.it e posso dirti con una certa cognizione di causa che il problema alla radice è la SCELTA della compagnia con cui giocare anceh a livello competitivo.

Non è un problema di età o di stress ma di gusti, abitudini e appunto giuste compagnie.Un po come la vita vera quando le comitiva del sabato sera per pizza e piazza duomo cominciabano ad annoiarci...

Nel mese di buio totale causa guasto telecom(maledetta) ho anche io apprezzato le meraviglie dell offline Fallout new vegas in aprticolare ma onestamente l 'idea che il gioco online diventi uno stress mi pare sbaglaita come idea generale.

Credo che semplicemente il tuo sia un momento di nostalgia, di backtrack , di volgia id qualcosa di nuovo o anzi di antico per dirla in Pascoliana maniera.

Certamente ti tornerà la voglia di Giocare online, magari nel prossimo futuro con nuove consolle e o nuove periferiche ma anche in quel caso valuta sempre bene la compagnia con cui giocare.

In fin dei conti il gaming online non è uan cosa cosi superficiale come si potrebbe credere....

Black75 ha detto...

Hehehehe..... mi è venuto da malignare sulla scelta della compagnia abbinata alle nuove periferiche :D

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